Giorno 6 – Martedì 29 Luglio 2025 7°C, nuvoloso con pioggia
Caro Orso,
oggi è stata una giornata all’insegna di fango e pioggia. A tratti anche abbastanza ventosa. Queste condizioni meteo sono difficili da sopportare se devi stare tutto il giorno all’aperto e al freddo a campionare, proprio come è successo a noi, guarda un po’. Qua il sole decide sempre di spuntare la sera, quando è ora di andare a dormire, invece che durante il giorno per riscaldarci, un’altra bella presa in giro. E un’altra ragione in più per avere il ciclo circadiano completamente devastato, più di quanto già non fosse.

A rallegrarmi, per fortuna, ci hanno pensato due volpi artiche (Alopex lagopus), con quella loro faccia buffa da cartone animato e l’aria furbetta da chi la sa lunga. Si sono messe a giocare proprio sotto la mensa, rotolandosi nella neve e rincorrendosi tra i mucchi di ghiaia. Sono animali davvero incredibili: d’inverno diventano completamente bianche per mimetizzarsi nel paesaggio ghiacciato, e in estate invece si scuriscono, diventando grigie o marroni. Una specie di guardaroba stagionale, ma all’insegna della
sopravvivenza.
Inoltre oggi, essendo cambiato il vento, ha portato vicino al villaggio gli iceberg che si erano staccati dai ghiacciai qui davanti. Paola, la fotografa più brava del mondo (no, non sono stata obbligata a scrivere questo), ha scattato delle foto magnifiche: sembravano enormi cattedrali di ghiaccio alla deriva, lente, silenziose e solenni, come se stessero facendo il loro ingresso in una cerimonia a cui nessuno è stato invitato. Uno spettacolo ipnotico, ma anche un po’ malinconico. Soprattutto se pensi che ogni iceberg è un pezzo di qualcosa che si sta sciogliendo troppo in fretta, ma tu lo sai meglio di me, visto che si tratta di casa tua.
A proposito di corpi freddi ma affascinanti, ti è mai capitato di pensare che i norvegesi interagiscano secondo delle “bolle”? Ti spiego: è una teoria che ho letto in un libro trovato in mensa, “The Social Guide to Norwegians”, o qualcosa del genere. L’idea è che le persone qui non si salutano in base alla socialità classica, tipo “ti ho visto ieri, quindi ciao di nuovo”, ma secondo spazi relazionali temporanei, le cosiddette bolle. Ti faccio un esempio: se conosci un norvegese mentre chiacchieri al bar, parlerete come se foste amici da sempre. Ma se dopo due ore lo incontri in palestra, non ti guarda neanche in faccia. La vostra bolla è scaduta, sorry. Poi magari, se vi rincontrate nello stesso bar qualche giorno dopo, di nuovo grandi amici.
Io spero vivamente che non sia anche tu così, caro Orso. Secondo me, non c’è scusa che tenga: se ci si conosce, ci si saluta. Anche solo con un grugnito, una zampa alzata o un’occhiata di traverso. Ma non farmi il
norvegese sfuggente, altrimenti non credo di voler condividere una bolla con te. E forse è meglio così.
Alla prossima (sempre che tu decida di farti vedere),
Sara
Lascia un commento